Per chi sono promulgati i decreti riguardanti covid-19

Noi stiamo passando un momento insolito e quasi apocalittico che vedevamo di solito nei film catastrofici.
Ogni ora, tutto il giorno e tutti i giorni molti politici, giornalisti, medici, economisti, sociologi e conduttori di programmi televisivi parlano di questa situazione senza dimostrare la loro stanchezza.
Ad un certo punto anche a me è venuta la voglia o forse la rabbia di spendere le mie parole.
Ma scrivo qui da un coreano che ha vissuto in Italia per 34 anni e che ci ha contributo per 20 anni, e da un coreano che tifa la Ferrari e gli azzurri (con eccezione delle partite contro la Corea).
In un mare lontano c’era una nave grande che stava attraversando la tempesta micidiale sorta all’improvviso.
Al punto in cui la nave rischiava l’affondamento, senza badare niente, il comandante, spinto o assoldato dai passeggeri abbienti e benestanti, ha ordinato ai passeggeri meno abbienti di buttare via i loro effetti personali nel mare per tenere a gala la propria nave. Pur di salvare la vita, i meno abbienti e i proletari erano costretti a rinunciare ai loro indispensabili e fare persino i lavori di ponte rischiando di essere trascinati dalle onde gigantesche, mentre gli abbienti, nelle loro cabine, escogitavano il modo di salvare i loro valori approfittando i sacrifici dei non abbienti.
La settimana scorsa il conduttore di talk show Mario Jordano ha dato dell’“incoscienti” ai milanesi che prendevano la metro mattutina, incitando all’autorità di fare più multe durante il suo intervento televisivo. Non seguivo tanto i suoi programmi, ma immaginavo che lui parlasse per il popolo italiano. Però, quell’intervento mi ha fatto capire che tipo di persona.
Sarebbe immaginabile applicare le norme più restringenti e rigide in queste circostanze drammatiche: far scendere le saracinesche dei negozi e chiudere le attività economiche per tenere l’incolumità del popolo.
Infatti, sono stati emanati i decreti uno dopo l’altro, sempre più restringenti in tre settimane, in cui gli imprenditori e gli esercenti di medie e piccole imprese non hanno saputo come reagire alle conseguenze incombenti e correrebbero poi rischi di fallimento.
Avrei voluto che il governo annunciasse nello stesso tempo la misura economica per garantire la loro sopravvivenza. Purtroppo, fino ad oggi non sento la notizia riguardante la salvezza economica per coloro che hanno dovuto smettere loro attività ai sensi di D.P.C.M. Siccome non ho studiato le leggi, non posso dire che questi decreti abbiano violato la Costituzione, ma in ogni caso ai cittadini meno abbienti è stato privato del diritto di sopravvivere.

Torniamo a parlare delle persone nella metro milanese. Quelle persone non sapevano il rischio di contagio? Loro non volevano apposta mantenere la distanza di sicurezza? Loro non avevano voglia di restare a casa per riposare?
Secondo me loro erano lì in quella mattina per andare a lavorare e per guadagnare quel poco che basterebbe tirare avanti un giorno, pur rischiando il contagio. La gran parte di loro, in quella mattina, non usciva per andare in discoteca né in un ritrovo di intrattenimento. Se mai l’avessero voluto, avrebbero preso le loro macchine per assicurarsi le loro incolumità. Ma la maggiore parte di loro non avevano nemmeno i loro veicoli personali. Erano meno abbienti o non abbienti che dovevano lavorare anche in quel frangente per sbarcare il lunario a stento, non potendo godere del riposo forzato. Loro non erano incoscienti, ma indifesi.
Una persona, che percepisce lo stipendio pomposo e sta nello studio comodamente ad alzare la voce di solidarietà, non potrà mai capire che vita conducono loro.
Anzi, mi fa venire un forte sospetto che il sig. Jordano abbia sgridato “incoscienti” a difeso del ceto dei ricchi, che hanno da spendere per mesi, anzi per anni, in tanti loro scrigni o che hanno lo stipendio esubero e garantito in ogni momento. Loro potranno rimanere a casa senza problemi e magari potranno organizzare un ritrovo presso i loro palazzi grandi.
Non voglio immaginare una cosa, ma se ricordiamo la storia passata, quando scoppiava la crisi economica sia locale che mondiale, gli abbienti sono sempre riusciti ad approfittare l’occasione, acchiappando i beni di chi era in difficoltà a prezzi stracciati e rivendendo a prezzi gonfiati quando ritornava la normalità con i sacrifici di chi lavorava nel settore di lavoro manuale.
Qualcuno dirà che questa è la legge di capitalismo, in cui io vivo con rispetto. Ma voglio un capitalismo di convivenza non quello di sfruttamento.
Andiamo in Corea. Anche lì la situazione non è buona. Anche se il governo coreano riesce a contenere la situazione applicando tutti i mezzi di alta tecnologia con l’intervento tempestivo, pensa di promulgare il decreto per lock down in alcune regioni.
Però, sin dall’inizio il governo coreano non ha voluto applicare il lock down, invece, ha continuato la campagna anti covid-19 con misura di allarme, ma lasciando continuare le attività economiche.
Comunque, non andava bene la situazione economica. E a questo punto molti proprietari dei muri, dietro l’appello del Presidente della Repubblica, hanno abbassato l’affitto per 20 %. Il governo ha stanziato una manovra straordinaria per salvare i difficoltosi a causa di covid-9.
Il popolo coreano, che ha visto e capito lo sforzo del governo, segue le indicazioni imposte dal governo con la fiducia. Questa è sì che possiamo dire la solidarietà.
Ma la più commuovente notizia che ho preso tre giorni fa era che i ministri e i sottosegretari, nonché il Presidente della Repubblica hanno dichiarato di ridurre i loro stipendi per 30 % da questo mese fino a giugno. Susseguendo, i deputati, i politici e i manager dei conglomerati hanno dichiarato spontaneamente di ridurre i rispettivi stipendi o rinunciare a tutto per condividere il doloroso momento.
La settimana scorsa, ho avuto modo di leggere alcune dette tra i social. Una ragazza ha scritto una lunga difesa per l’Italia contro Merkel, Macron, Trump e Johnson, che non avevano voluto aiutare l’Italia criticando il modo di vivere del popolo italiano. Ha invocato per primo i romani che costruirono tutte le strade europee e donarono loro la civiltà avanzata. Successivamente ha citato i vari nomi illustri per vantare le grandi imprese italiane: Meucci-telefono, Marconi-radio e TV, Fermi-energia elettrica, Colombo-scoperta dell’America, Giotto, Raffaello, Leonardo Da Vinci, Galileo, Dante, ecc., per non parlare la cucina italiana, i tesori che riempiono tutti i musei sia in Italia sia in Europa.
Philippe Daverio ha scritto la sua contro il Primo Ministro Boris Johnson che ha detto “Abituatevi a perdere i vostri cari.”
Anche lui ha citato Enea, che prendeva sulle spalle Anchise, il suo padre paralizzato, che proteggeva Ascanio terrorizzato nell’incendio di Troia. Poi Virgilio che ha tramandato questa storia, Gian Lorenzo Bernini che ha scolpito questo scenario.
Insomma, io ammetto che tutto è vero anche se li hanno fatti con un po’ di patriottismo.
Ma sono le vecchie glorie.
Invece, vorrei ricordare un’altra cosa più importante che il ceto nobile ha dimostrato.
I patrizi romani ovviamente avevano più poteri, con cui dominavano i plebei che avevano i diritti molto limitati. Ma durante l’apertura del tempio di Giano i patrizi erano sempre nella prima linea della battaglia e non esitavano a perdere il loro sangue per la patria. Noblesse oblige.
Anche i re della dinastia Joseon (1392-1897), quando la siccità si aggravava, hanno aperto il rito di pioggia nel cortile, sciogliendo la capigliatura in segno di abbandonare la propria sovranità, e mangiavano il cibo molto modesto.
Si può dire che questa è il sincero spirito di solidarietà e il vero patriottismo.
Spero che il governo ricordi che hanno bisogno di concrete sovvenzioni i cittadini meno abbienti, che hanno sorretto e sorreggeranno per sempre lo Stato italiano.
Dimenticavo. Qualcuno dice che il governo non ha soldi.
Concludo presentando LEE Jae Myung, Presidente di Gyeonggido, la regione più importante della Corea.
Quando lui ha realizzato il progetto “Assegno per i giovani” per incentivare il consumo del locale, gli oppositori l’hanno criticato pesantemente perché faceva per il falso populismo e sprecava le tasse.
Lui rispose così “Le tasse sono contributi dei cittadini ed è giusto restituire loro quando hanno bisogno. Se i politici non sprecano, se gli alti funzionari non sono corrotti, i soldi per i cittadini non mancheranno.”

05.2020 Min Sang CHO